Flower 58

sabato 25 agosto 2012

Come fare un oleolito

Parlando con la mia amica Tatiana, che si sta iniziando ad avvicinare al mondo dell'autoproduzione, ci siamo trovate d'accordo sul fatto che una buona informazione è necessaria per non fare danni ed essere consapevoli di quello che si va a formulare.
Per lei, è per tutti quelli che iniziano, consiglio di partire con ricette semplici ma efficaci, come un oleolito, la cui preparazione implica una serie di piccole conoscenze acquisite a priori.


Che cos'è un oleolito?
Gli oleoliti, conosciuti fin dall'antichità per le loro proprietà benefiche, sono sostanze oleose ottenute tramite macerazione di piante, fiori o parti di essi, in olio.
Tutti gli oli vegetali sono indicati per la creazione di oleoliti: starà soprattutto ai nostri gusti personali dirci quali è preferibile usare sul nostro corpo. Olio di mandorle dolci, di Jojoba, di girasole, di rosa mosqueta, di sesamo, di nocciolo di albicocco: gli oli impiegati possono essere leggeri o più pesanti, odorosi o dalla profumazione più neutra, costosi o dal prezzo più contenuto.


Che pianta devo usare per creare un oleolito?
La pianta o la parte vegetale dell'oleolito viene chiamato droga. Si possono usare piante fresche o già essiccate, in particolare la scelta di queste ultime risulta conveniente in quanto non contenendo acqua (o contenendola in minima parte), impediscono la proliferazione di batteri.
Preleveremo le piante solo nei luoghi consentiti, evitando se possibile i cigli delle strade o i luoghi ad alta densità di smog. Perfette quindi, le pianticelle del nostro giardino.


Ho olio e droga: come procedo?
La preparazione di un oleolito è molto semplice. Basta prendere un vasetto di vetro abbastanza grande (quelli delle conserve o delle marmellate tradizioni sono perfette, basta lavarli accuratamente con acqua calda e detersivo, spruzzarli con un pò di alcool e sciacquare abbondantemente, lasciando asciugare all'aria), riempirli di droga essiccata e coprire completamente con olio, avendo cura poi di chiudere bene il contenitore con il tappo. Lasciamo a riposare per 30 giorni circa in un luogo fresco e buio (va bene anche il fondo di un mobiletto di cucina, se lontano da fonti di calore). Ogni settimana il vasetto va agitato con cura almeno due o tre volte.
Questo è il processo più semplice e che richiede meno attenzioni, in quanto in caso di pianta fresca è necessario esporre il vasetto al sole dopo averlo coperto con della carta stagnola, modalità che rende più rapido l'irrancidimento dell'olio.

Il momento del filtraggio è quello più importante, che si esegue con un imbuto e delle garze a maglie strette, o della carta assorbente da cucina. Si lascia cadere l'olio nell'imbuto "foderato" affinchè le maglie trattengano la parte vegetale, schiacciando bene con un cucchiaino per far cadere l'olio assorbito dalla pianta. In caso di foglie sbriciolate, o polvere (come nel caso dell'oleolito di curcuma), è necessario eseguire l'operazione più volte, che per garantire un oleolito ben filtrato va comunque fatto almeno due volte. Il caso di deposito acquoso sul fondo del parattolo (visibile sotto forma di particelle trasparenti, in quando l'acqua non si mescola con l'olio), avremo cura di non versarle nella bottiglietta finale, fermandoci poco prima del fondo al momento del filtraggio.

Essendo il nostro oleolito privi di parte oleosa, non è necessario usare conservante, se vogliamo aggiungere tocoferolo possiamo farlo in dosi di 0,25% sul nostro oleolito!
Periodicamente annusiamo il nostro oleolito (che se ben fatto può durare anche un anno): note aspre o di rancido indicato l'irrancidimento dell'olio, così come una densità diversa da quella iniziale.

Spero di aver detto tutto quello che c'è da sapere, almeno all'inizio, come nozioni fondamentali, ma come sempre ci troviamo qua sotto tra i commenti o sulla pagina facebook per maggiori chiarimenti! ;)

                                                                                                          Lalla